Le aggravanti sentimentali by Antonio Pascale

Le aggravanti sentimentali by Antonio Pascale

autore:Antonio Pascale [Pascale, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858422083
editore: Einaudi
pubblicato: 2016-03-17T04:00:00+00:00


Soggetti da esperimento

Poi è arrivato settembre e la luce cominciava a scemare. Cosí un sabato, prima di muovermi verso un piccolo vernissage organizzato da Luigi, sono tornato a osservare il tramonto sul belvedere del Gianicolo.

Il tempo era buono, la temperatura gradevole, assenza di vento, solo qualche addensamento di nubi, alle 19,40 il sole era già sotto l’orizzonte e la luce residua descriveva due archi. Il primo, alla base, di colore giallo, ampio, come se il sole avesse fatto un grosso respiro e si fosse gonfiato, prima di immergersi – e chissà perché pensavo all’aggettivo struggente –, e l’altro, piú piccolo, di colore arancione: ho sperato che diventasse rosso brace, ma niente – ecco vedi, ho pensato ancora, non ce la fa, per questo è struggente.

Intorno alle venti il sole è andato via, e un piccolo puntino luminoso, Mercurio, ha brillato di luce riflessa, poi è sparito, e proprio davanti al mio sguardo ecco Saturno e poi, perfettamente allineato, sulla parallela, è apparso Marte. Alle 20,15 i due pianeti si sono accesi di luce, piú grandi e con i contorni netti.

Incredibile, ho avuto la sensazione di essere già a Natale, poi ancora avanti col tempo, un mese dopo, il 22 gennaio, il mio compleanno, cinquant’anni, dunque un anno solo prima dei cinquantuno, il set point della felicità.

È cosí che funziono. Mi proietto in avanti, il presente non mi basta e nemmeno me lo godo. Tanto per dire: l’estate comincia il 21 giugno, il solstizio d’estate, no? Il giorno piú lungo dell’anno, appunto, ma già il 22 le giornate cominciano ad accorciarsi, di poco, impercettibilmente, dicono i manuali. Una legge fisica. Non che mi ricordassi esattamente come funziona la questione, ma Amedeo una mattina – era molto presto –, dopo vari smadonnamenti, mi aveva ricordato che l’asse di rotazione della Terra e il piano dell’orbita non sono perpendicolari, s’incontrano invece con un angolo di circa 23,5 gradi, e quindi, aveva precisato dopo qualche mugugno, nel nostro emisfero, e per tutto l’inverno, il Sole sale ogni giorno un po’ piú del Sole di ieri (rispetto all’orizzonte), fino ad arrivare all’altezza massima il 21 giugno, per poi iniziare la sua inesorabile discesa. Aveva detto cosí: inesorabile. Lui da astrofisico aveva usato l’aggettivo giusto: inesorabile. E il tutto si conclude solitamente il 21 o il 22 dicembre, quando il ciclo ricomincia.

– Hai capito? – m’aveva chiesto, perché il mio silenzio dall’altro capo del filo era tangibile. – Ricomincia, tutto ricomincia.

– Ho capito solo inesorabile, cioè… – e avevo consultato Google. – «Contro cui nulla può la volontà dell’uomo».

Cosí, sul Gianicolo, ore 20,30, Marte e Saturno ormai bassi sull’orizzonte – li ho visti sparire, in alto Altair e Vega –, ho acceso la moto e via verso il vernissage di Luigi. La sua installazione alla Biennale era stata un successo, buone critiche e tanti inviti internazionali, cosí aveva affittato un locale per dare una festa, una cosa ristretta, solo una trentina di persone. Ricco buffet, vino in calici di vetro, divani, angoli in cui appartarsi, ampie



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